Secondi

Forse è uno dei piatti che mi rappresenta di più, a partire dal nome. Preparare una tartare è come una forma d'arte, la tavolozza è rappresentata da tutti gli ingredienti che possiamo unire senza coprire il gusto tenerissimo del manzo crudo. Unica cosa su cui mi impunto sempre è che la carne dovrebbe essere tagliata al coltello, pochi minuti di preparare il piatto, troverete il risultato straordinario. Inutile ripetere, che essendo la carne la assoluta protagonista del piatto, deve essere freschissima e di assoluta qualità.
Il fegato è uno di quei prodotti che si amano e si odiano, ma anche a causa di qualche pregiudizio che, magari, non ci lascia neanche assaggiare un piatto prima di giudicarlo. È capitato a tutti. Per anni dire sostanzialmente: “Odio il fegato!”, per poi, un giorno, assaggiarlo, e dire: “ma in realtà non è così male”, e poi non ne farete più a meno. E ci sarà un motivo se uno dei piatti icona del Veneto è proprio il fegato alla veneziana: un piatto semplice, con solamente due ingredienti, preparato con prodotti poveri, ma che cotti insieme creano una combinazione di gusto dolce-amaro che vi delizierà
Un grande classico dei week end invernali. Quando si ha il tempo di preparare un brasato – preparatevi, perché ci vuole metà giornata – è sempre un momento speciale. Un momento di pace e tranquillità in cucina, un momento dove durante la cottura in forno, i sapori cominciano a pervadere ogni angolo della nostra casa e inevitabilmente ci prepara al pasto spettacolare che avremo qualche ora più tardi. Inevitabile la cottura nella pentola di ghisa che, con la sua preservazione del calore, contribuirà a cuocere uniformemente le nostre costine fino a dare una consistenza perfetta.
Quando ci si addentra nei grandi, o meglio, grandissimi classici delle cucine straniere bisogna stare molto attenti e rispettare il piatto e gli ingredienti al meglio delle nostre possibilità. Se poi parliamo della cucina francese allora la sfida è doppia – ci arrabbieremmo pure noi se qualche francese mettesse il prosciutto nella carbonara d’altronde. Il Bouef à la bourguignonne è il piatto principe di una delle patrie del vino più importanti al mondo, uno di quei piatti che si trovano in ogni menu di mezza Francia, e, lo ammetto, è uno di quei piatti che fa scaldare il cuore e l’anima durante le uggiose giornate invernali. Elaborato, ma assolutamente da provare.
Pane, funghi, formaggio, e una bella dose di calore sono sempre i presupposti per creare un piatto eccezionale, saporito, gustoso, e soprattutto fatto velocemente e con pochissimi ingredienti. Ovviamente il cuore del piatto sono i funghi freschi (porcini e finferli), per questo bisogna scegliere un formaggio giovane, che non copra il gusto dei funghi e che si possa gratinare bene al forno. Per dare un tocco di freschezza si aggiunge sul crostino appena tirato fuori dal forno una salsa al prezzemolo.
Casa. Uno di quei piatti che mi ricorda casa. E non è che nel resto del mondo i maiali non abbiano lo stinco. Semplicemente lo usano per altre preparazioni immagino. In Alto Adige invece, è sul menù di qualsiasi posto della tradizione per la sua semplicità e quella carne tenera e saporita (per essere maiale) che non ha bisogno di tanti accompagnamenti nella preparazione se non un po’ di grasso e un bel bicchierone di birra per non renderlo troppo secco. Assolutamente da provare.
È uno di quei “comfort food” che vogliamo preparare quando siamo giù di morale o quando la temperatura in un paio di giorni scende di una quindicina di gradi. Non porta via neanche tanto tempo e servono pochi ingredienti, ma il risultato sarà eccezionale: è uno di quei classici piatti che si preparano con un solo tegame dove piano piano aggiungeremo tutti gli ingredienti e poi porteremo direttamente a tavola, dove ogni commensale avrà la possibilità di ‘rubare’ la sua quota di salsicce. Obbligatorio l’accompagnamento con un purè di patate fatto in casa.
Tutti i crudi di pesce per me sono qualcosa di straordinario. La chiave è trovare per ogni tipo di pesce il condimento giusto che non contamini (termine elegante per non dire rovinare) il sapore inconfondibile del pesce fresco. Inutile dire che la materia prima qui ha una componente assoluta: se vogliamo toglierci lo sfizio di una buona tartare di pesce dobbiamo prendere un pezzo di altissima qualità. Con una ricciola freschissima si va sempre sul sicuro, accompagnata da una salsa super estiva alla menta e prezzemolo.
Quando si parla di tarTARA di pesce mi vengono in mente un paio di parole, qualità e semplicità. È ovvio che il pesce deve essere freschissimo e abbattuto per potere essere mangiato crudo: fidiamoci sempre del nostro pescivendolo – se lo conosciamo bene. La semplicità invece fa riferimento agli ingredienti. Non esageriamo, non dobbiamo aggiungere mille spezie, preparazioni, condimenti: rischieremmo di coprire il sapore del protagonista del piatto: il salmone.