Una delle mie tecniche di cottura preferite, ovviamente, soprattutto perché dicono che sia la cottura meno sana di tutte. La frittura (in inglese deep frying, da non confondersi con il pan frying) presuppone la cottura dell’alimento completamente immerso in un grasso molto caldo. Sono fondamentali quattro cose a) avere la padella giusta, può essere un wok, una pentola in ferro o in ghisa che hanno la capacità di trattenere molto il calore, b) il tipo grasso, vanno usati oli con punti di fumo molto alti, ovvero che riescono a conservare le loro caratteristiche con temperature molto elevate, come l’olio di semi o l’olio di oliva (mai usare olio extra vergine di oliva), c) la panatura, ovvero il rivestimento che daremo all’alimento per non andare direttamente a contatto con l’olio e creare la tipica crosticina, e d) avere un termometro che ci aiuta a controllare la temperatura ideale. Cuocere a una temperatura troppo bassa consentirà all’olio di entrare nell’alimento rendendolo pesante e poco digeribile, le temperature ideali vanno da 140 gradi a 180 gradi e vi posso garantire che lo stecchino della nonna non vi aiuterà. Le patatine fritte ovviamente fanno parte di questa categoria, il mio fish&Chips, i fiori di zucca e potremmo andare avanti all’infinito.